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09/09/2005 Polìtica sarda

Naschet su Grupu Federalista-Autonòmicu Sardu

















A pustis de sa essida de Paolo Maninchedda dae Progetto Sardegna est naschiu in Consillu su Grupu Federalista-Autonòmicu Sardu. In su documentu de fundatzione sunt craros is puntos de apartenentzia a su centrumanca e s'atragagiu a su molu de sa polìtica comente espressada autòcratica de s'economia. Appellu po non lassare colare sa "cumpetitzione" comente ùnicu métudu de seletzione de s'economia, sa sociedade e sa cultura. Peruna referentzia a identidade natzionale o lìmbìstica, ma solu a una generìca identidade sardista. Acco su documentu in italianu. 



DOCUMENTO COSTITUTIVO DEL GRUPPO FEDERALISTA-AUTONOMISTA SARDO


Si è costituito nel Consiglio regionale della Sardegna il gruppo Federalista-
Autonomista Sardo Ne fanno parte Tore Serra (Comunisti italiani). Adriano Salis (Italia dei
valori), Poppino Balia, Pierangelo Masia (Sdì). Paolo Maninchedda (Sardegna e Libertà).
Il gruppo è uno strumento di attività democratica e solidarista: sostiene l'attuale governo
regionale, si riconosce nella coalizione di centrosinistra che ha vinto le ultime elezioni
regionali, si ritiene impegnato a realizzarne il programma in uno spirito solidaristico che
garantisca la pari dignità tra tutte le forze politiche che ne fanno parte


I partiti e i movimenti che lo costituiscono mantengono la loro autonomia politica ed
organizzativa, ma concordano sulla necessità di creare sedi ed esperienze di reale
confronto e collaborazione, soprattutto sui temi dello sviluppo, della giustizia sociale e
dell'autonomia II gruppo, oltre ai consiglieri aderenti, è aperto ai consiglieri corrispondenti,
ossia a consiglieri regionali, militanti in altri partiti e gruppi consiliari del centrosinistra, che
manifestino la volontà di partecipare ad iniziative di approfondimento sui grandi temi
politici di questa complessa stagione della democrazia sarda, iniziative intese come luogo
di preparazione e di discussione aperta - di cui si sente tanto il bisogno - sui
provvedimenti che il Consiglio regionale è chiamato ad assumere


II gruppo non accetta che la politica sarda sia messa a scegliere tra i due estremi
dell'assistenzialismo e del liberismo Esistono percorsi differenti che hanno una lunga
tradizione di libertà e di cultura e che debbono essere interpretati a tutti i livelli dell'attività
politica Occorre rafforzare lo spirito di coalizione con il più ampio coinvolgimento delle
forze politiche e dei singoli consiglieri, che valorizzi in maniera sinergica ed equilibrata le
diverse competenze tra organo legislativo ed esecutivo.


La Sardegna sta conoscendo un cambiamento veloce e irreversibile. Dinamiche
economiche e sociali (in parte condivise, in parte subite) agiscono su chi vive nei piccoli,
centri e nelle aree urbane con una forza dirompente e una velocità mai conosciute prima.
Cambiano le abitudini e le professioni, le aspirazioni dei giovani e le speranze delle
famiglie Cambia anche l'ambiente e la cultura Ciò che aveva un valore improvvisamente
non lo ha più; cose nuove altrettanto rapidamente assumono significato.


Finora i segnali di cambiamento sono ancora troppo deboli. Rischi ed opportunità di
questa stagione dispiegano infatti i loro effetti prima che tutti abbiano la consapevolezza di
quanto sta avvenendo La Sardegna cambia aspetto, cresce, arretra e si smarrisce, ma
sembra non voler prendere coscienza della sua inevitabile vocazione al mutamento È
difficile dare un senso a ciò che avviene La crisi della Sardegna è la crisi dei suoi
intellettuali e delle sue classi dirigenti


II luogo in cui il cambiamento si percepisce, si progetta e si governa è la politica. Il
luogo in Sardegna in cui gli interessi legittimi più ampi e collettivi devono essere
manifestati per un confronto trasparente è il Consiglio regionale. Lo schieramento che
meglio può interpretare una nuova stagione di modernizzazione è quello che si riconosce
nella tradizione riformista, democratica, laica, sardista e autonomista


Ma il progetto rischia di essere sterile se non sa incidere direttamente sui
meccanismi istituzionali ed economici della Sardegna Bisogna assumersi in pieno la
responsabilità di fare politica. Solo in questo modo sarà possibile governare il
cambiamento in maniera complessiva, coerente, e soprattutto in senso solidale e
federalista


Anche in Sardegna la politica rischia di assumere il volto esclusivo dell'economia,
trasmettendo alle persone un senso di esasperata competizione selettiva che già mostra i
suoi limiti in altri stati europei Progettare il cambiamento significa non affidare al mercato
più del ruolo che gli compete: significa combattere l'idea della deduzione dei valori e dei
diritti dai meccanismi imperfetti di produzione della ricchezza Spetta alla politica, e in particolar modo allo schieramento di centrosinistra, trovare gli strumenti ed impedire che,
in questa crisi di valori, l'unica certezza sia la ferrea legge della selezione e della
competizione.


Allo stesso modo, promuovere la libertà e governare lo sviluppo comporta che si
abbia una visione ampia e partecipata del potere. La Sardegna ha una struttura del
territorio, della popolazione e della società che impone come unico modello efficace quello
federalista, a rete, con livelli di responsabilità differenti; la centralizzazione, la
gerarchizzazione eccessiva, oltre ad essere arcaica istituzionalmente, è soprattutto
inefficace e dannosa.


Il Gruppo lavorerà come strumento di supporto alle forze politiche che lo costituiscono per
sviluppare queste idee, consapevole di rappresentare, in questa fase, un esempio reale di
confronto tra le forze diverse del centrosinistra È una responsabilità grande, ma è anche
una grande speranza.


Cagliari 6.09.2005




Peppino Balia



Paolo Maninchedda 



Pierangelo Masia



Adriano Salis



Salvatore Serra

A segus