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15/11/2005 Sèberos de imprenta - IL SASSARESE n° 459 – 15.12.2004

Combat-rock. Ed è Kuntra

de Fabritziu Dettori


Kuntra è una band musicale formata da cinque giovani, i quali hanno conglobato insieme movimento politico e musica nazionalista militante. 

Ci occupiamo di loro perché, seguiti da moltissimi fans sassaresi, rappresentano l’evento del momento per la nostra città e non solo. Costituitisi ufficialmente quattro anni fa, hanno sempre mantenuto l’orgoglio di suonare per un grande ideale, conquistando, per questa loro virtù, il consenso del pubblico. Daniele Atzori (voce), Danilo Fois (chitarra), Cristian Pinna (basso), Claudio Capitta (chitarra) e Nino Piga (batteria), questi i componenti del gruppo, hanno le idee chiare: promuovere con la nostra musica una presa di coscienza nazionale diffusa nel popolo sardo, presupposto precipuo per conquistare l’indipendenza della Sardegna. 

Battezzati “granitici” dalla critica ufficiale, questa band è la testimonianza rivelatrice dei mutamenti culturali e d’opinione della nuova generazione di sardi nei confronti della sardità culturale e politica. Lo stile musicale di questo gruppo è quello duro del combat–rock, disciplinato dai kuntra, sia nei testi sia nei “comizi” dei concerti, da una vera è propria “Linea politica”. 

Su questo fronte, il primo loro impegno consiste nella riappropriazione del patrimonio linguistico dei Padri, per recuperare il valore più autentico dell’identità etnica del popolo sardo. Studiano, infatti, sa limba, con la quale non hanno soltanto un legame di carattere tecnico, ma un vincolo di sentimenti. E, insieme alla lingua sarda, vogliamo riprenderci, quanto c’è stato sottratto con l’inganno colonialista. 

Non ci piegheremo mai! Parole di fuoco, anzi Paraulas de fogu, come il titolo del loro primo album: sei tracce, di cui quattro canzoni in sardo e due in lingua corsa. In questo lavoro c’è tutta la rabbia di una generazione che si sente insidiata dall’omologazione culturale; che ha consapevolezza di essere stata privata di quei valori e riferimenti identitari, sardi e sardizzanti della cultura sarda, con i quali sarebbe stato giusto vivere e identificarsi spontaneamente. Uno stato d’animo di riscatto, e tanta voglia di liberazione natzionale, che i Kuntra esprimono eloquentemente nell’esplosiva “Nostra Natzione”. 

Onnipresenti alle Ghiurnate internaziunali di Corti in Corsica, i Kuntra guardano lontano, stabilendo contatti con gruppi musicali indipendentisti di tutta Europa. La loro attenzione si sofferma, in primis, con il coro polifonico degli Arcusgi (archibugio, fucile), stili musicali diversi ma con identico spirito rivoluzionario. L’amicizia si consolida presto in “alleanza politica”. I Kuntra canteranno, con interpretazioni elettrizzanti, due canzoni entrate nella storia e nei cuori del popolo corso: “Resistenza” e “So Elli”. Due inni della resistenza, anche armata, contro “La Francia assassina”, che ora la band propone, in segno di stima verso i fratelli corsi, nell’anzidetto album. I brani possono essere scaricati in mp3 collegandosi al sito ufficiale: www.kuntra.it 

Questo movimento in… musica, per la credibilità patriottica che sta dimostrando, sarà inserito nella seconda edizione del libro di Giampiero Marras (noto Zampa): “Antonio Simon Mossa – visto da vicino”. 

Per capirne di più, abbiamo rivolto ai Kuntra alcune domande:

Nel secondo brano del compact, cantate “Limba e cultura de sa nostra natzione” in uno stile che con la cultura sarda non c’entra niente, non è una contraddizione? 

«Apparentemente. In realtà cantiamo al servizio della nostra cultura millenaria, per la sua peculiarità. Noi ci facciamo interpreti, in termini musicali, della rabbia giovanile sarda. In questo senso i Kuntra sono lo specchio dei sentimenti di moltissimi ragazzi. Le ingiustizie che i nostri coetanei subiscono in prima persona, come la disoccupazione, la sotto occupazione, ecc, si fondono nella sardità ritrovata a causa delle ingiustizie che subisce la Sardegna. Insomma c’è uno stato d’animosità atto a riparare i torti subiti, manifestabile, a nostro credere, con il combat - rock e l’oi!. Una forma musicale, nata negli anni settanta in Inghilterra, impiegata, ancora oggi, per dare sostegno politico alle rivendicazioni dei lavoratori e dei nazionalisti europei».

A proposito di giovani. Visto che il sardo, almeno in città, non è più fruito dai vostri destinatari, non sarebbe stato meglio, ai fini del “messaggio”, cantare in italiano?

[I Kuntra ridono] «Beh, ciò contraddirebbe tutta la nostra linea. Non se ne parla nemmeno. Noi parliamo italiano, un po’ di sassarese e un po’ di sardo, ma studiamo qust’ultima lingua perché vogliamo riappropriarcene. E speriamo che questa volontà scaturisca, attraverso le nostre canzoni, appunto in sardo, anche nei giovani. Della nostra lingua, ne siamo stati privati con l’inganno. Il nostro obbiettivo è comunque cantare in sardo unificato».

In Sardegna si registrano più attentati politici in assoluto, che non nel resto dello Stato. Nonostante tutto voi vi presentate con il logo del guerrigliero corso. Non vi preoccupa di essere accusati di fomentare ulteriormente le tensioni in Sardegna?

«Il simbolo in questione è solo un logo, un omaggio alla lotta di liberazione nazionale del popolo corso, tutto qui! Un saluto a li fratelli, anche perché prossimamente speriamo di cantare con gli Arcusgi. Per quanto riguarda il “fomentare”, non c’è bisogno certamente dei Kuntra. Lo Stato ci pensa da se ad attizzare le tensioni contro se stesso! Con la sua politica di colonizzazione si spinge sempre di più contro il popolo sardo. La crescita dell’indipendentismo giovanile è dovuta proprio agli “sbagli” di valutazione di tale politica». 



Fabritziu Dettori



A segus