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18/03/2004 Imprenta e Limba / Unione Sarda

Nuoresi divisi sull'uso del sardo ufficiale

Criticati e rifiutati in blocco dai nuoresi doc per la gioia dei turisti che invece li vogliono a tutti i costi. La sorte degli adesivi e manifesti in lingua sarda distribuiti presso tutti gli enti pubblici e privati, scuole, banche e addirittura autobus è per certi versi paradossale. L'iniziativa Inoghe faeddamus su sardu, promossa dall?"Ufìtziu de sa limba sarda", organo dell'amministrazione provinciale diretto da Diego Corraine, ha l'obiettivo di riportare la nostra lingua nelle azioni quotidiane come andare a comprare il giornale, prendere il caffè al bar, ma anche fare un bonifico in banca, cosa che pochi sono abituati a fare nella lingua dei nostri nonni. I classici "entrata", "uscita", "vietato fumare", "servizi", etc., tutti rigorosamente in limba, del tutto, simili per grafica e colori ai corrispondenti in italiano cui siamo abituati. «Un'esigenza indispensabile, spiega Corraine, per dare visibilità alla lingua, che rischia di rimanere confinata per sempre all'uso affettivo in famiglia o con gli amici». Partita la settimana di Pasqua, l'iniziativa ha avuto un buon seguito, con qualche sorpresa «Alcuni turisti di origine sarda, racconta Franca Frogheri della pasticceria "Valentina" in via Giusti, mi hanno lasciato l'indirizzo perché glieli spedissi per attaccarli nel circolo emigrati della loro città. Mi hanno anche lasciato l'anticipo sul francobollo. Quello che ha avuto più successo è stato quello che invita a non fumare». Al Corso Garibaldi, dove la gran parte degli esercizi commerciali ha aderito all'iniziativa, le opinioni si dividono: la maggioranza considera l'iniziativa sostanzialmente buona, soprattutto per mettere ulteriormente a proprio agio quella fetta di clientela che magari vorrebbe, ma esita ad esprimersi nella lingua più naturale (Dadea, Arca, Cellularmania), e infine lo zoccolo duro. I commercianti nuoresi purosangue che entrano nel merito linguistico e non accettano il sardo proposto da Corraine. Si tratta della Lsu, Lingua Sarda Unificata, che aggira l'ostacolo della sterminata varietà delle parlate locali e mira ad essere compreso un po' ovunque nell'isola. La soluzione adottata dal comitato scientifico dell'"Ufìtziu", anche per poter avere un modello fisso di riferimento per l'insegnamento e la pubblica amministrazione per atti e documenti bilingui, non convince però chi pensa che a Nuoro si debba parlare nuorese. Pietra dello scandalo soprattutto "Essida", uscita, che invece nel capoluogo barbaricino si dice "Issia": "Come si fa a imporre parole diverse da quelle che abbiamo sempre usato?

A segus