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22/05/2006 Iscandulada sa Juventus e s'Itàlia 

Su sistema Moggi est su sistema Itàlia 

de Mario Adinolfi 


16 Maggio 2006


Il sistema Moggi è il sistema Italia 



Ho visto Giuliano Ferrara a Otto e Mezzo negare anche la sola possibilità che esistano "anime belle". Come le nostre, che prendiamo a pretesto la questione calcio, per completare la denuncia e provare a indicare la soluzione. Che è in una U, già lo sapete.

LE OLIGARCHIE E L’ALTERNATIVA CHE ARRIVA DAL WEB
di Mario Adinolfi per Europa

Il gattopardo sullo stemma nazionale
Il sistema Moggi è il sistema Italia. Fatevi una passeggiata dalle parti dei baronati nelle università, dalle parti delle modalità d’accesso al mercato delle “libere” professioni, dalle parti delle camarille delle banche, dalle parti dei criteri di costruzione delle liste d’attesa nella sanità pubblica, dalle parti delle logiche dei giornali “indipendenti”, dalle parti della preparazione dei palinsesti delle televisioni, dalle parti delle cosiddette grandi imprese italiche o di quel che ne resta. E sì, anche dalle parti della politica. Fatevela questa passeggiata ideale e ditemi se non vedete dappertutto lo stesso spettacolo: oligarchie chiuse, che utilizzano il loro potere in modo sostanzialmente dispotico, rendendo inutili e risibili le regole. Gli arbitri Paparesta si fanno rinchiudere nello stanzino senza emettere un fiato e sull’atavica assenza di spirito di rivolta della nostra gente, le oligarchie prosperano e diventano perpetue. Di solito poi arriva uno dei poteri della partita, la magistratura, che improvvisamente si sveglia dopo aver sempre dormito e per qualche mese fa un can can, mirando addosso a una parte degli oligarchi, permettendo agli altri di occupare lo spazio lasciato libero. Poi il caos si spegne, l’indignazione si placa, la polvere si posa e riparte la litania nostalgica del si-stava-meglio-quando-si-stava-peggio. Il gattopardo allora si lecca i baffi e si issa sullo stemma nazionale.

I blog come alternativa
Il sistema Moggi è il sistema Italia, per questo all’estero i più beceri accomunano tutto ormai sotto la parola “mafia”. Se non capiamo questo, affronteremo ancora una volta una vicenda scandalosa senza trarne alcuna lezione. Se questa è un’occasione, perché nulla come il pallone è pervasivo dell’immaginazione popolare collettiva, è l’occasione di una riflessione davvero globale. Con un’alternativa dietro l’angolo: un’alternativa vera, concreta, ormai tangibile. Al sistema Italia delle cupole ovunque, delle oligarchie ovunque, delle otto-novecento persone trasversalmente collegate che decidono tutto, si può contrapporre il sistema reticolare del web, la piramide rovesciata dei blog, l’inversione a U di una generazione che mai come in questo momento ha l’occasione vera di essere utile alla palingenesi necessaria del paese. Ma deve crederci lei stessa, sapendo che quasi inconsapevolmente attraverso internet ha già costruito il metodo con cui sulle gestioni oligarchiche dell’italian way to power si può spargere il sale che si ammucchia sulle rovine delle città che non vogliamo più veder ricostruite.

Il sistema Italia
Il sistema Moggi è il sistema Italia. Se voglio diventare docente universitario troverò sempre sulla mia strada un professor barone Moggi che mi spiegherà che se non entro nel “sistema” per me ci sarà sempre dietro l’angolo la retrocessione. Se voglio fare il giornalista libero in un quotidiano “indipendente” ci sarà sempre un direttore Moggi che mi dirà che il politico che seguo non può essere raccontato in modo a lui sgradito e le notizie, quelle vere, si possono scrivere solo con un accordo tacito con la parte politica di cui sono “embedded”. Se voglio far operare mia moglie in tempi rapidi altrimenti se ne va al Creatore, ci sarà sempre un primario Moggi che mi spiegherà che per avere quegli esami nell’ospedale dove lui è primario ci vogliono tre mesi, ma se vado allo studio privato a pagamento tutto si fa più rapido. Se lavoro in televisione e non sono nella scuderia dell’agente Moggi, è inutile aspirare a programmi di serie A, bisogna rassegnarsi a calcare i campetti di periferia. E c’è il banchiere Moggi, l’avvocato Moggi, il presidente Moggi e l’imprenditore Moggi, persino lo scrittore Moggi e il critico d’arte Moggi. Ci sono Moggi dappertutto, si conoscono e si rispettano solo tra loro, questo è il sistema Italia. Quello in cui il sistema delle “conoscenze” ha sostituito integralmente il sistema del merito.

Far sventolare la U
Continuo a pensare che la colpa del proliferare dei Moggi sia il silenzio dei Paparesta: sono i pavidi con le loro micragnose speranzelle di incasso personale attraverso la cedevolezza alla prepotenza, che consentono alla prepotenza di farsi sistema. E’ un paese fatto così: si è cibato più di due decenni di fascismo, ha riempito le piazze inneggiando ad un altro cranio pelato. E quando s’è liberato non avrebbe mai saputo farlo da solo. Non vuole essere una riflessione cupa. Vuole essere la spinta a far sventolare la U, quella che sta comparendo piano piano su centinaia di blog. Quella che viene annunciata con iniziative ormai in tutta Italia, spontanee e mai eterodirette. Se c’è una speranza viene dal metodo insegnato dal web, che è quanto di più anti-oligarchico sia stato concepito dall’umanità, dopo l’idea di democrazia. La speranza è lì, di più: il progetto è lì. 


Mario Adinolfi 


A segus