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13/05/2005 Sèberos de imprenta - Sassari Sera 11.05.2005

Binchet s'Unione nostames su "difetu" Soru

STRAVINCE L’UNIONE NONOSTANTE IL “DIFETTO” SORU
La maggiore flessione elettorale a centrodestra l’ha registrata Forza Italia, a sinistra il “Progetto Sardegna”. Il movimento di Renato Soru ha restituito a ds e Margherita i voti scippati alle Regionali: nel senso che una vasta fetta di elettorato, illusa dalla discesa in campo del Padrone di Tiscali, ha ritenuto deludente, a meno di un anno dal suo insediamento, l’opera del governatore e ha rafforzato i suoi alleati per contenerne il decisionismo e l’attitudine, anche pulsionale, di Uomo Solo Al Comando.
L’ipotesi che il successo clamoroso del centrosinistra in Sardegna inglobi un giudizio positivo per l’operato della giunta è fuorviante. Ha pagato la nazionalizzazione del voto. La vittoria delle regionali contro il berlusconismo si è completata, per le amministrative sarde, al traino del voto continentale di un mese prima e per il successo mediatico della compagnia di giro di Romano Prodi giunta in Sardegna con un organico scoppiettante di grandissimi leader dell’opposizione di governo. Soru è stato presentato sui palchi quasi come un’attrazione logorata d’obbligo.
Il governo regionale sardo è attraversato da fortissime tensioni, si regge bene su una blindatura dell’assemblea legislativa, su un consenso coatto e sul ricatto permanente di Renato Soru che minaccia di andarsene (fatto che determinerebbe l’interruzione della legislatura) tutte le volte che le commissioni cercano di modificare, o semplicemente ritoccare, le leggi e i provvedimenti inviati dalla giunta in Consiglio.
Spesso il governatore presidia il lavoro delle commissioni imponendone il risultato. L’informazione non ha raccontato compiutamente quanto è avvenuto durante la lunga e sofferta gestazione della finanziaria. Si è creato un regime di paurocrazia che è persino comprensibile che si cerchi di occultare tanto è surreale.
A un anno di distanza dalle elezioni politiche gli alleati del governatore poco potranno fare per trasferire poteri e risorse ai comuni e far funzionare le nuove province, disegnate sulla carta, prive di strutture e di organici, incapaci di una previsione finanziaria.
Se ieri era importante sbarazzarsi di un centrodestra pasticcione- anche di quello sopravvissuto alla batosta delle Regionali- oggi resta da dimostrare, per convincere, che la sua cacciata ha coinciso con un immediato miglioramento delle speranze e delle condizioni di vita, almeno per quanto attiene l’occupazione e i servizi pubblici, condizione minima per la cacciata, nel 2006, del governo Berlusconi
Ma esiste più di qualche perplessità – difetto Soru a parte-circa una condotta unitaria della maggioranza politica regionale. Gia dall’autunno prossimo (siamo alla soglia dell’estate) si porrà nuovamente il problema delle candidature per la camera dei deputati e per il senato. Il ritorno dei diessini nel ruolo di primo partito dell’Isola accentuerà le difese e le pretese della Margherita e dell’Udeur, dei sardisti e di Rifondazione comunista. I dilemmi tra partito unico dell’opposizione governativa, i distinguo tra Fassino e D’Alema, la difesa identitaria di Rutelli e di parti orgogliose degli ex popolari, polarizzeranno l’interesse degli elettori sardi storditi e divertiti da un antiberlusconismo da cabaret così da coprire le scorribande di Renato Soru. 
Il vero cambiamento che i sardi si aspettano dai partiti del centrosinistra è quello di smetterla di giustificare il governatore per il suo riformismo giansenista (spesso non disinteressato) e di difendere più responsabilmente l’Autonomia. 

A segus