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23/07/2005 Polèmicas

"Sa Regione at faddiu sa polìtica culturale"



DOCUMENTO DEGLI EDITORI SARDI SULLE POLITICHE DI INTERVENTO DELLA REGIONE SARDEGNA A SOSTEGNO DELL'EDITORIA LOCALE

Premessa
Gli editori sardi aderenti all'AES, l'Associazione di categoria che comprende 30 editori e rappresenta oltre il 90% del fatturato dell'intero comparto, a seguito delle deliberazioni assunte nel corso della Assemblea che si è tenuta S. Giusta (OR) il giorno 11 giugno e viste le delibere approvate dalla Giunta regionale nei giorni 12 e 13 luglio 2005 hanno deciso di congelare ogni collaborazione con la Regione in attesa di un chiarimento sulle prospettive future, chiarimento che ritengono ormai improcrastinabile. Estendono l'invito a tutti gli editori, anche non soci, che hanno usufruito della L. R. n. 22 del 1998 (editoria e informazione).

La collaborazione con la Regione
Dal mese di luglio 2004 ad oggi l'AES, nonostante tutte le difficoltà, ha continuato a collaborare con l'Assessorato alla Pubblica Istruzione, con l'obiettivo di non disperdere un patrimonio di esperienza accumulato in tanti anni. Se oggi l'editoria regionale ha un'immagine che travalica l'Isola, se la Sardegna, le sue Istituzioni, il suo patrimonio culturale sono conosciuti in tutto il mondo, si deve anche a questo lavoro, alla diffusione del libro sardo, alla partecipazione alle Fiere del libro di Bologna, Parigi, Roma, Torino, Francoforte, Ferrara. Se l'editoria sarda ha oggi consapevolezza del proprio ruolo, ha un catalogo di 3500 titoli, che ci pone ai primissimi posti tra le regioni d'Italia, per creatività e capacità progettuale nell'ambito dell'editoria locale, se oggi molti nostri autori sono conosciuti e tradotti in tutto il mondo, si deve anche a politiche regionali che dagli anni '50 ad oggi hanno saputo, pur con tutti i limiti e con risorse peraltro contenute, creare occasioni di crescita imprenditoriale e culturale.

Risultati
In cambio della collaborazione l'AES ha ottenuto:
- il blocco della delibera relativa al 2004 L. R. n. 22 del 1998, Capo I. Art. 4,5 e 10.
La delibera è stata approvata solo il giorno 13 luglio 2005 dopo sette mesi dal blocco, con grave ritardo quindi, nonostante tutti i passaggi istituzionali e procedurali fossero stati espletati da tempo, e nonostante, caso unico, forse, nella storia dell'Autonomia regionale, due passaggi in Consiglio Regionale, bilancio 2004 e bilancio 2005. La delibera risulta ampiamente rimaneggiata, con una minore spesa di 91.000,00 euro e con esclusioni non sufficientemente motivate alla luce dei criteri in vigore. Suscita stupore, tra l'altro, il fatto che l'intervento della Regione a favore delle coedizioni sia stato ridotto alla percentuale del 15%. 
- lo svuotamento della Legge 22 del 1998. I tagli sui fondi dell'annualità 2004 sono stati del 42%, ben al di là del sacrificio richiesto a tutti per il risanamento del bilancio regionale. Sull'annualità 2005 i tagli arrivano al 60%.
- scarsa fiducia nei confronti di politiche di concertazione e conseguente sottovalutazione del ruolo dell'Associazione degli editori. L'esistenza in Sardegna di una forte associazione degli editori con capacità di iniziativa e di elaborazione è riconosciuto in tutta Italia come una ricchezza. Perché la Giunta non ha mai mostrato attenzione nei confronti di un fenomeno associativo così importante?

La richiesta di un chiarimento. 
Gli editori vogliono sapere se la Giunta Regionale intende fornire agli editori sardi strumenti per crescere, per consolidare la loro presenza e capacità di stare nel mercato, se intende promuovere le produzioni di qualità, il patrimonio culturale dell'isola depositato nei libri sardi o se vuole smantellare tutte le politiche di sostegno consegnando al mercato, inteso come supremo regolatore, un intero comparto contrassegnato da perduranti debolezze strutturali. Noi pensiamo che questa domanda necessiti di una risposta chiara da parte della Giunta e da parte del Consiglio Regionale della Sardegna.
Così pure siamo interessati a sapere se s'intende attuare una politica democratica che valorizzi tutte le competenze, se s'intende contribuire a realizzare un sistema culturale integrato, vale a dire un'organizzazione che faccia della cultura uno strumento di crescita civile accessibile a tutti o se invece s'intende assumere come priorità la valorizzazione delle presunte eccellenze per mascherare un progressivo disimpegno rispetto al tessuto culturale e un ritorno alla discrezionalità. 
Il chiarimento è decisivo. Gli editori sardi non vogliono essere corresponsabili di scelte politiche che porteranno inevitabilmente ad un'involuzione dell'editoria regionale

Le proposte dell'AES
L'AES chiede, da anni ormai, la revisione della L. R. n. 22 sull'editoria e l'informazione e l'adozione di nuovi criteri applicativi. Dà atto all'Assessorato di aver avviato il lavoro per la elaborazione di nuovi criteri. Le proposte innovative dell'AES sono state accolte però solo in parte. La lacuna più evidente riguarda l'assenza di un criterio di qualità riferito alla cura del prodotto editoriale, all'originalità della proposta, alla grafica e all'impaginazione, all'editing. La delibera approvata dalla Giunta Regionale in data 12 luglio 2005 presenta delle modifiche tali da renderla incoerente e inapplicabile. Ci si riferisce all'inserimento nei criteri di scelta e valutazione dei titoli di due voci, mai discusse nell'ambito delle riunioni ufficiali, che riguardano i titoli di narrativa vincitori o finalisti di premi letterari e i titoli diffusi in oltre 200 librerie della Sardegna. L'AES si augura che su questo punto ci sia un ripensamento anche in considerazione del fatto che il provvedimento dovrà essere esaminato dalla competente commissione del Consiglio Regionale.

La L. R. n. 22 e attività promozionali
Gli editori sardi pensano da tempo che la L.R. n. 22 sia uno strumento ormai superato e ne chiedono urgentemente la revisione. Una legge moderna, voluta dagli editori e dagli intellettuali più avvertiti per superare la vecchia legislazione (ex legge 35 del 1952), si è trasformata in meno di 5 anni in uno strumento obsoleto e inadeguato a dare risposte ad un settore dinamico e vivace, in forte crescita sul piano delle strutture d'imprese e delle competenze editoriali. Le responsabilità maggiori sono della classe politica che ha governato la Regione che, per mascherare la propria cronica indifferenza ai temi dell'editoria e della cultura, ha scelto di finanziare, con stanziamenti sempre minori, solamente gli articoli 4 (acquisto di libri), 5 (rimborsi per materie prime) e 10 (coedizioni per opere di particolare valore). Con quest'operazione si è compiuta una operazione di tipo clientelare ma non si sono date risposte sul piano della distribuzione, dell'innovazione tecnologica, della formazione, della crescita delle imprese. Qualcosa è stato fatto sul piano della promozione grazie agli stanziamenti per la partecipazione alle Fiere del libro di Francoforte, Bologna, Torino e recentemente Roma e Macomer. Ma i frutti raccolti su questo versante e le ulteriori prospettive di crescita, rischiano di essere vanificati dalla mancanza di sinergie e dall'assenza di un progetto culturale globale. Gli editori fanno autocritica per non aver saputo contrastare in tempo queste tendenze. Le richieste d'applicazione integrale della Legge 22 ci sono state, ad onor del vero, ma non è stata mai contestata con decisione una linea sbagliata. Gli editori ritengono che non abbia più senso continuare a partecipare alle Fiere in assenza di un disegno strategico e di obiettivi chiari e condivisi.
La cultura e la conoscenza sono importanti per il futuro della Sardegna. L'editoria ha svolto e svolge una funzione importante in questo quadro perché rispecchia l'identità culturale dell'isola, favorisce la libertà d'espressione, promuove nuovi autori e studiosi, porta qualità e innovazione, contribuisce alla conoscenza e alla valorizzazione della cultura e della lingua locale.
L'editoria è cresciuta, favorisce la crescita di nuove competenze e l'ingresso nel mondo del lavoro di giovani neolaureati, può dare una risposta positiva in un contesto di grave crisi economica e di assenza di prospettive per il futuro. Il sostegno all'editoria dovrebbe essere finalizzato ad aiutare le imprese ad accrescere il know how, ad avere un orientamento al mercato locale e globale, a potenziare la distribuzione dei libri prodotti in Sardegna, a promuovere le produzioni di qualità.
In Sardegna emergono numerosi segnali di grave crisi produttiva ed occupazionale. Siamo in presenza di una forte crisi di mercato, le librerie indipendenti sono in grossa difficoltà. Il mercato è stravolto per effetto di iniziative anomale da parte di soggetti che mirano ad un tornaconto puramente commerciale a danno della qualità e della progettualità (editori di quotidiani, catene librarie, grandi superfici di vendita). Occorrono misure urgenti per sostenere la domanda, per promuovere la diffusione del libro e della lettura. Gli editori propongono di agire sia in direzione del mercato locale che in direzione del mercato nazionale e internazionale. 
Sul piano locale la prima misura è quella di prevedere, nel quadro della revisione della legge 22, la modifica dell'art. 4 (acquisto di libri) e di destinare quei fondi, attraverso un apposito capitolo di legge e con modalità da studiare, alle scuole che intendono attivare iniziative sulla conoscenza della Sardegna, promuovere la lettura, costituire o consolidare le biblioteche scolastiche con l'acquisto di testi sulla Sardegna o prodotti in Sardegna. Questa proposta, se attuata, consentirebbe, forse, di superare il de minimis, trasformerebbe gli interventi da diretti in indiretti e darebbe ossigeno al mercato locale. Un intervento serio in un comparto così importante, che dà lavoro, con l'indotto, a mille persone, non può essere attuato con stanziamenti di bilancio inconsistenti. Pur considerando le esigenze di risanamento del bilancio regionale pensiamo che sia necessario stanziare almeno 2 milioni di euro per annualità.

Gli stanziamenti per il 2005
Gli stanziamenti sono assolutamente insufficienti e, se confermati, decretano l'impossibilità di applicare la Legge n. 22. Gli editori chiedono un adeguato incremento dei fondi nell'ambito dell'assestamento di bilancio. In caso contrario si rifiutano di utilizzare la legge e chiedono al Consiglio Regionale di approvare una norma, nell'ambito della legge finanziaria, che consenta di assegnare alle scuole della Sardegna i fondi residui per l'acquisto di libri sardi.

Gli editori sardi


Mario Argiolas, CUEC
Diego Corraine, Papiros
Marcella Saddi, Tam Tam
Salvatore Fozzi, Della Torre
Giuseppe Mocci, Aipsa
Silvio Pulisci, S'Alvure
Franco Madau, Frorias
Alberto Pinna, Edes
Francesco Cheratzu, Condaghes
Vanna Fois, Ilisso
Ivan Botticini, Sole
Walter Giglio, Scuola sarda
Giuseppe Podda, Il Maestrale
Aldo Brigaglia, Tema
Fabio Pillonca, Domus De Janas
Salvatore Ligios, Soter
Paolo Cossu, Grafiche del Parteolla
Carlo Delfino, Carlo Delfino Editore
Paolo Sorba, Paolo Sorba Editore
Angela Grilletti, Arte Duchamp
Salvatore Lepori, Geogramma
Maurizio Calderamo, Mythos Iniziative
Antonio Franco Fadda, Coedisar
Gerardo Addari, Fiore
Claudio Pia, PTM
Salvatore Colomo, Archivio Fotografico Sardo
e Sardegna Web
Anna Pau, Poliedro
Leonardo Ibba, Stampacolor
Dario Maiore, Taphros
Loredana Cicu, Isola Felice
Neria de Giovanni, Nemapress
Giorgio Ariu, Gia
Anna Maria Delogu, AM & D
Giorgio Dettori, Editoriale Wide


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