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02/12/2005 Sèberos de sa Retza - Norvégia e Limbas

Norvegesu: sa realidade de no istrumentalizare


fonte: http://it.wikibooks.org/wiki/Corso_di_norvegese


Corso di norvegese

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Il norvegese è una lingua parlata essenzialmente solo in Norvegia. Ha forti somiglianze nella forma scritta con il danese, ma la pronuncia è molto diversa. È una lingua germanica del ceppo scandinavo; originariamente facente parte delle lingue scandinave occidentali (insieme con l'islandese), si è nel corso dei secoli avvicinata sensibilmente alle lingue scandinave orientali (danese e svedese), soprattutto grazie alla quadricentenaria dominazione danese.

Il norvegese è comprensibile a chi parli svedese o, in minor grado, danese. La forma scritta è però più simile al danese che allo svedese. L'islandese è, invece, sensibilmente diverso.

[Sintassi
La grammatica è praticamente la stessa delle lingue scandinave: piuttosto simile al tedesco in alcuni punti, come la posizione fissa del verbo alla seconda posizione logica della frase:

Jeg går hjem nå. 
(Io) Vado a casa adesso. 
Nå går jeg hjem. 
Adesso vado (io) a casa. 
Al contrario del tedesco, il verbo nelle frasi subordinate non viene posizionato all'ultimo posto, ma si nota invece un cambiamento dell'ordine logico della frase: nelle principali e nelle coordinate, l'ordine è soggetto-verbo-avverbio (SVA), mentre nelle subordinate è soggetto-avverbio-verbo (SAV). È una regola che non sempre viene osservata dai norvegesi stessi, un po' come il congiuntivo italiano.

Du er ikke dum. 
Tu non sei stupido. 
Jeg tror du ikke er dum. 
Credo tu non sia stupido. 
Come in tutte le lingue scandinave, l'articolo determinativo è costruito posponendo l'articolo indeterminativo al nome:

en buss 
un bus 
bussen 
il bus 
Quando è presente un aggettivo, si usa un articolo determinativo separato vero e proprio:

den gule buss 
il bus giallo 
Alcune delle caratteristiche uniche del norvegese sono la doppia determinazione e il possessivo posticipato. L'uso di queste forme non è obbligatorio, ma indica contemporaneamente un moderato "nazionalismo culturale" e un livello di formalità ridotto; lo stesso discorso si applica al posizionamento dell'aggettivo possessivo dietro al sostantivo, che deve però essere determinato.

den gule buss (determinazione singola) 
den gule bussen (determinazione doppia) 
min buss 
bussen min 
il mio bus 

Ortografia
L'ortografia del norvegese è piuttosto regolare. Ampi processi di riforma ortografica hanno, per esempio, introdotto l'uso di sj per il suono ʃ (come in sci), anche se resistono vecchie lezioni come skje (/ʃe/, succedere) e ski (/ʃi/, sci). Le parole straniere sono spesso adattate all'ortografia locale in modo non dissimile da ciò che fu fatto in italiano durante il ventennio: il francese chance diventa quindi sjanse in norvegese. Un altro segno caratteristico è l'espansione della x in ks, come in straks (cfr. lo svedese strax), e l'uso della k o della s al posto della c ovunque possibile; un curioso effetto collaterale è che, così come in Italia la k è considerata una lettera esotica e "positiva" da parte dei giovani, lo stesso accade alla c e alla x in Norvegia.

Bokmål e Nynorsk
Una questione difficile da capire per noi italiani è la definizione del norvegese. Noi siamo abituati al concetto di un italiano corretto, in scrittura e parlata; il norvegese, invece, ha una definizione più intricata. È bene sapere che i norvegesi possono avere opinioni molto forti ed emotive sull'argomento. La lingua nazionale è stata ed è un oggetto di dibattito politico, e ha in alcune occasioni portato a rivolte di strada, come per la rinomina di Trondhjem a Nidaros (il nome antico), poi commutata in Trondheim.

Ci sono due forme scritte, bokmål e nynorsk. La prima è un'evoluzione del danese usato fin dai tempi della dominazione danese, mentre il nynorsk è una lingua sintetizzata da Ivar Aasen, una figura di primo piano nella linguistica scandinava, a partire dai dialetti norvegesi, in particolare dalla Vestlandet (Bergen, Stavanger), dal 1830. Il motivo per cui un giovane studioso si mettesse in viaggio per sintetizzare una nuova lingua era dovuto essenzialmente alla necessità di trovare una lingua nazionale che non fosse una copia del danese (i vecchi dominatori).

Ufficialmente, bokmål e nynorsk sono due lingue paritetiche, e l'istruzione nelle scuole è nell'una o nell'altra a seconda della zona di istruzione; il nynorsk è generalmente associato alle zone interne, soprattutto alla Vestlandet; il bokmål è praticamente senza opposizione a Oslo e nella Østlandet. Gli studenti devono comunque avere una conoscenza almeno passiva dell'altra forma di scrittura. Il "nynorsk som sidemål" (nynorsk come lingua affiancata) è una materia odiata a scuola dagli allievi di Oslo quanto lo è il latino agli allievi italiani, per esempio, del liceo scientifico.

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I dialetti
Il norvegese parlato è una pletora di dialetti. Non esiste un norvegese standard, ma è ritenuto accettabile per tutti parlare il proprio dialetto. I norvegesi vanno fieri della loro ricchezza di dialetti, sebbene essa sia di gran lunga inferiore a quella italiana: ne è prova il fatto che, a parte alcuni rari dialetti particolarmente ostici, tutti i norvegesi si capiscono tra loro, con poche difficoltà. Il fenomeno è comunque piuttosto irritante per gli studenti stranieri di norvegese, che devono però guardarsi dal chiedere ai norvegesi di parlare "norvegese, non dialetto": non poche persone prenderebbero una simile osservazione come un attacco alla loro identità culturale. Per un norvegese è fonte di grande imbarazzo non riuscire a capire il dialetto di un altro norvegese; si potrebbe produrre in una serie di "Come?" o "Puoi ripetere?", ma mai potrebbe, come un italiano, alterarsi se la persona che ha di fronte si rifiutasse di parlare una lingua standard.

In pratica, alcuni dialetti, come quello di Oslo, si discostano dal bokmål di misura infinitesima, se se ne discostano in qualche misura. Altri, come il trøndersk (Trondheim), sono facilitati dalla parlata tipicamente lenta. In generale, le regioni isolate tendono ad avere dialetti più marcati.

L'uso di così tanti dialetti causa un interesse dei norvegesi per il luogo d'origine delle persone con cui parlano, e molto spesso la domanda "Di dove sei?" precede "Come ti chiami?". La provenienza geografica è per i norvegesi un argomento di conversazione comunissimo per "attaccare bottone" con estranei.



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