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13/12/2005 Ateras minorias - Ladinos 1

Ladinu dolomìticu, parente de romanciu e friulanu


Lingua ladina
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Il ladino (o il retoromanzo) è un raggruppamento di lingue neolatine unite da strette affinità e parlate da circa 700.000-900.000 persone nella parte centro-orientale dell'arco alpino.

Tale termine originariamente era diffuso per indicare le parlate nella Val Badia e nell'Engadina, mentre oggi ha esteso il suo significato soprattutto nell'uso che se ne fa in italiano per cui si parla di "ladino" in senso generico e di "ladino" in senso stretto. Per cui la "lingua ladina" corrisponderebbe al ladino dolomitico in quanto il friulano (codice fur) e il romancio (codice rm, definito come retoromancio) hanno un codice a parte.

Il ladino ha tratti in comune con le lingue romanze occidentali, p.es. la lenizione - talvolta fino alla scomparsa - delle intervocaliche (latinu > ladin) e il plurale in -s anziché in -i, -e, ma a volte se ne discosta (la c dinanzi a e e i non passa a [ts] > [s] ma diventa [tš] come nel gruppo orientale (italiano centro-meridionale, romeno) (romanice > rumantsch [ru'mantš]).


Le parlate ladine si dividono in tre gruppi: romancio grigionese, ladino-dolomitico (spesso chiamato semplicemente ladino) e friulano:


Grigioni
Il romancio grigionese o romancio è parlato nel cantone svizzero dei Grigioni, è la quarta lingua nazionale della Svizzera dal 1937. Si divide in:



Dolomiti
Il Ladino delle Dolomiti (ladin dolomitan) è parlato principalmente nelle comunità dolomitiche:

gardenese, parlato in Val Gardena (Gherdëina), 
fassano, parlato in Val di Fassa e a Moena e a Canazei, 
badioto-marebbano, diffuso in Val Badia e in val Marebbe (Val Badia/ Mareo), 
fodomo, diffuso nella pieve di Livinallongo (Fodom) e nell'alto Cordevole (Rocca Pietore), 
ampezzano, diffuso a Cortina d'Ampezzo (Anpezo) dove risente del confine culturale ladino-cadorino, 
comelicano, diffuso nel Comelico; è il più conservatore tra i dialetti orientali. 
cadorino, parlato nel medio-Cadore, fino a Perarolo (escluso). 
In Provincia di Bolzano (Bulsan) è lingua ufficialmente riconosciuta e la minoranza ladina viene tutelata con diverse norme riguardanti tra le altre cose l'insegnamento nelle scuole pubbliche. Infatti nelle scuole delle località ladine dell'Alto Adige la lingua ladina è lingua d'insegnamento assieme al tedesco e italiano.

Recentemente è stato concluso il progetto SPELL che mira alla creazione di una lingua ladina standard.


Friuli
Il Friuliano (friulano/furlan), si è formato, come tale,più o meno intorno all'anno Mille, ed ha mantenuto durante i secoli un'originalità tutta sua che lo rende, ancora oggi, molto diverso dall'italiano e dagli altri idiomi parlati nei territori limitrofi (veneto, istriano, morlacco). Il friulano è parlato nelle province di Gorizia, Pordenone e Udine e nella provincia di Venezia (parte orientale del Mandamento di Portogruaro) da circa 600.000-650.000 persone. Nella parte meridionale lo spopolamento alto-medioevale con successive immigrazioni venete ma anche morlacche e slave, ha portato a una forma ibrida friulano-veneta (giuliano) più diffusa nelle cittadine. 
Una forma molto particolare assume la parlata della Valcellina; pur risentendo dell'influenza del friulano, essa è una parlata retoromanza, che presenta significativi punti di contatto con il romancio-grigionese ed il ladino dolomitico.


[
Stretta parentela del romancio con il ladino ed il friuliano?
Secondo l'opinione di singoli ricercatori sussisterebbe una stretta parentela tra le tre lingue romancio, ladino delle Dolimiti e friuliano. Queste lingue vengono occasionalmente riuscite in senso lato nel gruppo "reto-romanzo" o "ladino". Questo sottoguppo all interno delle lingue romanze, che sta in stretta connessione con la Questione Ladina, era ed è tuttavia contestata. La ricerca linguistica non è finora riuscita a confermare una stretta parentela fra le tre lingue.

Ladino dolomitico


Il ladino dolomitico è un gruppo di dialetti neolatini uniti da strette affinità e parlati da circa 30.000 persone nella parte orientale dell'arco alpino.

Il termine ladino, originariamente diffuso nell'alta val Badia, è usato, attualmente, per disegnare un gruppo di dialetti affini al friulano parlati nell'area dolomitica. Si può fare riferimento a popolazioni noriche (celto-romane) profughe nel 5° sec. dal Norico Mediterraneo a seguito dell'insediamento dei Rugi e, in seguito, ai massacri avaro-slavi. Le popolazioni originarie breone (celto-romane) e immigrate, vennero designate welsch dai bavari in contrapposizione ai windisch (slavoni), mentre esse si definivano latine (in dialetto ladin) perché non-germane e non-slave. Il termine si diffuse (seconda metà del 18° sec.) negli ambienti tedeschi come ladinischer per designare le popolazioni in via di germanizzazione soggette al Tirolo, mentre le popolazioni soggette storicamente a Venezia non hanno mai accettato il termine, per i significati sottesi di filo-asburgicismo, per cui negli ambienti italiani si è giunti a un compromesso (ladino-dolomitici).

Il ladino ha tratti in comune con le lingue romanze occidentali, p.es. la lenizione - talvolta fino alla scomparsa - delle intervocaliche (latinu > ladin) e il plurale in -s anziché in -i, -e, ma a volte se ne discosta (la c dinanzi a e e i non passa a [ts] > [s] ma diventa [tš] come nel gruppo orientale .


Suddivisione territoriale
Si divide in:



a) area occidentale (di transizione al lombardo-orientale):


gardenese, parlato in Val Gardena (Gherdëina) (8.148 abitanti), 60-70 %, 
novese, anticamente diffuso sull'alpe di Siusi e sinistra-Isarco fino a Nova Levante/Welschnofen, dove si estinto definitivamente nel 17° sec.; sopravvive a Bulla, Roncadizza, Sureghes, 
fassano, parlato in Val di Fassa e con varianti a Moena e a Canazei (originariamente fedoma)(8.620 abitanti), 60-75%, 
b) area centrale (di transizione al veneto-alpino):


badioto-marebbano, diffuso in Val Badia e in val Marebbe (in passato anche in Val di Luson e nella bassa Val Badia) (9.229 abitanti), 95% come prima lingua, 
fedomo, diffuso nella pieve di Livinallongo (Fodom) (1.926 abitanti), 95% e nell'alto Cordevole (Rocca Pietore), 
c) area orientale (di transizione al veneto-alpino e in parte al carniollo):


ampezzano, diffuso a Cortina d'Ampezzo (Anpezo) dove risente del confine culturale ladino-cadorino, 
comelicano, diffuso nel Comelico; è il più conservatore tra i dialetti orientali, 
cadorino proprio parlato da Pieve ad Auronzo nel Cadore centrale, nella valle inferiore del Boite, a Carbonin e Landro (distaccati dal Cadore nel 1757), 
vajontino, isolato, nel bacino del Vajont e a Cimolais 
fornese, di transizione al carniollo (nei Forni carnici). 
I dialetti occidentali risentono di stanziamenti celti (breoni) e dal confinare coi dialetti lombardi (trentino), i dialetti centro-orientali da stanziamenti reto-veneti e dal confinare coi dialetti veneti (feltrino, bellunese) e friulani (carniollo).

In Provincia di Bolzano (Bulsan) è lingua ufficialmente riconosciuta e la minoranza ladina viene tutelata con diverse norme riguardanti tra le altre cose l'insegnamento nelle scuole pubbliche. Infatti nelle scuole delle località ladine dell'Alto Adige la lingua ladina è lingua d'insegnamento assieme al tedesco e italiano.

Recentemente è stato concluso il progetto SPELL che mira alla creazione di una lingua ladina standard.

Esempio


Un esempio di una legenda in ladin dolomitan / standard:

Duc i Ladins sá che l lé (o lech) dl ergabuan é l Lé de Careza. Chest é conesciú lonc y lerch per si biei colours che muda demeztroi dal vert-fresch al cuecen-scarlat, y dal blé dl ciel al ghel-or; per chesta mudazion de colours él vegnú batié "Lé dl Ergabuan", dai colours dla irida/cogola dl uedl. An conta che chel lé fova n iade abité da na "gana" che ova l corp da pesc y l cef da persona, desche an se imaginova da zacan na ninfa. N salvan che abitova te cheles selves, che scluj ite chest pice lé desche na perla, se ova inamoré da perde l cef te chesta bela muta-ninfa; ma dut debant! Per la tré a se, se ova l salvan pensé de fé n gran ergabuan con i colours plu biei che se destenova fora da la piza dl Latemar enfin ju tl lech; ma la ninfa ne se ova empone lascé pié. Dal gran senn, l Salvan, che ova fat con tant de fadia sie beliscim laour, ova n dí tout l ergabuan, l ova desfat en tant de fruzies y l ova spo sciulé tl lech. Da chel moment á l lé giaté duc chi biei colours che al à enfin aldidancuei.





documenti allegati: 


Giornata europea delle lingue (26.09)
Chiediamo l'applicazione del Ladin Standard: Governo e Consiglio provinciale devono finalmente stabilire l'applicazione della lingua d'unione per i Ladini
Bolzano, 25 Settembre 2003

L'Associazione per i popoli minacciati (APM) in occasione della Giornata europea delle lingue (26.9) chiede al Consiglio provinciale di decidere l'applicazione del Ladin Standard come versione ufficiale della lingua ladina per la pubblica amministrazione. Degno di nota è l'esempio del Cantone dei Grigioni, dove il Parlamento Cantonale già anni fa aveva deciso l'uso della lingua standard "Rumantsch Grischun" nell'amministrazione pubblica. Nel 2005 il Rumantsch Grischun sarà lingua d'insegnamento nelle scuole. In occasione di una visita nel Cantone dei Grigioni, il presidente del Consiglio Regionale Franz Pahl ha elogiato la politica linguistica del Cantone per la minoranza ladina. Esortiamo il Sudtirolo a seguire il buon esempio e a conferire alla lingua ladina la stessa dignità e valore del "Rumantsch Grischun" e di dichiarare il Ladin Standard come lingua dell'amministrazione.

Esperti del settore indicano in una lingua scritta una condizione inevitabile per la sopravvivenza di una minoranza linguistica. Proprio questa sopravvivenza è stata sabotata dal governo provinciale con una decisione scandalo all'inizio dell'anno. Il Ladin Standard é stato escluso esplicitamente dell'uso nell'amministrazione pubblica. Un divieto linguistico dunque; e tale divieto è vergognoso in sé. Il Governo provinciale ha in questo modo privato la minoranza ladina di uno strumento indispensabile per la sopravvivenza. Prima di questa decisione palesemente antiminoritaria il Governo non ha chiesto il parere di esperti del settore, come pure non ha chiesto il parere del rappresentante ladino democraticamente eletto nel consiglio provinciale.

Minoranze linguistiche senza lingua scritta sono esposte ad un'erosione molto accentuata. Anche la ricerca sulle minoranze "euromosaic", eseguita per conto della Commissione europea lo conferma e dichiara che più della metà delle lingue di minoranza sono a rischio di estinzione perché sono lingue non riconosciute o/e perché manca la lingua scritta". Il gruppo di esperti linguistici dello SPELL ha elaborato un concetto - con tanto di vocabolario e grammatica - del Ladin Standard. Media come la Usc di Ladins e il sito internet "noeles.net" (osteggiato dall'assessore non votato Florian Mussner) usano regolarmente il Ladin Standard. Il Governo provinciale però non si è consultato con i collaboratori dello SPELL prima di prendere la sua decisione scandalo, e non ha nemmeno esaminato i risultati dei lavori svolti dallo SPELL, ma ha deciso semplicemente, ex cathedra, che il Ladin Standard non sarebbe maturo per l'uso. Si deve a questo proposito rilevare che gran parte del Governo provinciale non parla una sola parola ladina.

Il Ladin Standard sarebbe la forma ufficiale per tutti i Ladini delle Dolomiti e questo rappresenterebbe un elemento di unione contro l'odiosa tripartizione voluta da Benito Mussolini in persona, tripartizione che vede i ladini suddivisi i tre province diverse (BZ, TN, BL) con il fine di meglio assimilare questa minoranza. Ma anche questo elemento di unità contro un torto fascista il Governo provinciale non l'ha voluto. È inoltre incomprensibile come l'assessore chiamato dall'esterno e non votato Florian Mussner faccia "esaminare" il contributo per la Union Generela di Ladins dla Dolomites. È censura, è ricatto? La Union Generela è uno dei massimi sostenitori del Ladin Standard. Mussner in un'intervista alla RAI giustificò l'esame con l'indicazione che il governo regionale veneto di centro-destra non da contributi alla Union Generela. Mussner dunque segue l'esempio nazionalista di quella regione che sempre viene indicata come esempio di politica antiminoritaria e di assimilazione.

Per la giornata delle lingue l'APM esorta inoltre il Governo provinciale ad usare la lingua ladina nelle valli ladine e a rispettare la toponomastica ladina. Qualche tempo fa l'APM fece questa richiesta, e ci fu una reazione indignata. La situazione nel frattempo non é praticamente cambiata. Molte delle scritte pubbliche provinciali nelle valli ladine sono tuttora bilingui tedesco-italiane, senza la lingua ladina, senza la lingua dunque della popolazione delle valli ladine. Un simile atteggiamento di non rispetto della lingua minoritaria da parte della politica provinciale é sempre stato condannato duramente come "nazionalista" qualora violasse i diritti del gruppo tedesco. Perché dovrebbe non essere nazionalista quando viola i diritti della minoranza ladina ovviamente nessuno ce l'ha ancora spiegato

A segus