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04/04/2005 Rassigna de s'imprenta - L'Unione Sarda 01.04.2005

Oltre mille vocaboli per non dimenticare la lingua del paese

de Barbara Curreli

«Dopo quarant'anni di gestazione finalmente sono riuscito a far stampare personalmente questa raccolta, "Addio caro dialetto"». Carmelo Argiolas ha 77 anni, e racconta con una punta d'orgoglio come è riuscito a pubblicare il suo libro, una sorta di vocabolario laconese-italiano e italiano-laconese. Il suo studio è una piccola stanza con una miriade di libri, sulla scrivania una vecchia Olivetti, sua inseparabile compagna di lavoro: «Il computer lo uso poco, solo per inserire i dati nel cd», afferma sorridendo. Oltre alla lettura ama l'enigmistica (possiede tutti i numeri dagli Anni sessanta), e la musica classica. Come è nata l'idea di questo libro? «Intorno agli Anni sessanta mi sono reso conto che il dialetto si stava perdendo, venivano usati termini differenti, quelli tipici li utilizzavano solo i più anziani e tutt'oggi i giovani non conoscono la parlata originale e tendono a cambiare persino la fonetica. Parlano ad esempio con la bocca semichiusa mentre i nostri vocaboli impongono una bocca aperta». Chi l'ha aiutata in questi anni? «Parenti e amici mi sono stati sempre di grande aiuto. Nei primi tempi quando raccoglievo le parole e i loro significati, le battevo su foglietti dove da una parte inserivo la versione italiano-dialetto e alla parte opposta dialetto-italiano, queste schede le mettevo volta per volta in una scatola di camicie che pian piano è diventato uno schedario che ho finito per sistemare in ordine alfabetico». Come ha organizzato il testo da pubblicare? «Una volta raccolte circa 11.500 parole ho chiesto un parere ai miei figli che mi hanno aiutato e sei anni fa ho fatto stampare una ventina di copie su cui poi ho continuato a lavorare. Dopo la preparazione di un cd e fino ai giorni precedenti la stampa ho continuato ad aggiungere termini. Tra le parole alcune appartengono al dialetto dei primi del 900, visto che ricordavo quello di mia nonna. La raccolta effettivamente abbraccia un periodo che va dal 1890 al 2004. Ci tengo a precisare che le parole sono scritte come si pronunciano e che ognuna è corredata dal suo accento proprio perché spesso una diversa posizione dell'accento cambia il significato della parola». È importante parlare di dialetti diversi visto che oggi si propone ormai una lingua sarda unificata? «Ritengo che ogni paese debba cercare di conservare la propria variante con le sue caratteristiche. Sarebbe bello che anche in altri paesi qualcuno, con tanta pazienza, faccia un lavoro simile al mio per consentire di salvaguardare i dialetti locali». Altri progetti letterari? «Sarei ben felice se qualcuno volesse pubblicare quest'opera, sono disponibile a prestare il cd. Per quanto riguarda un altro lavoro sto effettuando una raccolta di usi, costumi, tradizioni, modi di dire, soprannomi e proverbi della nostra comunità. Mi piacerebbe riportare il tutto in un libro».


Barbara Curreli

01/04/2005

A segus