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Diretore: Pepe Coròngiu       Coord.Editoriale: Micheli Ladu
CHISTIONES

12/07/2006 
"Antoni Simon Mossa, dae s'utopia a su progetu" 

Chenàbura, su 14 de trèulas, a ora de sas 17.00, in sa sala de su Cunsìgiu provintziale de Aristanis at a èssere presentadu su libru "Antoni Simon Mossa, dae s'utopia a su progetu", editore Condaghes, contivigiadu dae Fidelicu Francioni e Giuanne Pedru 'e Marras in ocasione de unu seminàriu polìticu organizadu dae su grupu sardista de provìntzia aristanesa de su partidu sardu e dae sa setzione "Mossa". Coordinat: Vincenzo Carlo Monaco. Ant a èssere presentes: Giuseppe ATZERI (PSd’Az) e di Bustianu CUMPOSTU (Segretario Nazionale di Sardigna Natzione Indipendentzia), Gavino SALE (IRS), Gustau NAVARRO I BARBA (ERC), Jean Felix ACQUAVIVA (PNC), Gianfranco PINTORE (Forza Paris), Adriano SOLLAI (A Manca po’ s’Indipendentzia), Stefano PINNA (Progetto Sardegna), Attilio DEDONI (Riformatori Sardi), Mario FLORIS (Unione dei Sardi), Giacomo SPISSU (Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna). A congruos Beniamino SCARPA (PSd’Az)

link a su manifestu 


Vi invio il manifesto del Seminario su Simon Mossa, ed un breve estratto di interventi del libro curato da Federico Francioni e Giampiero Marras.
Come potrete vedere dagli interventi previsti nel Seminario, non sarà solo la presentazione del libro, ma soprattutto una occasione di incontro e  confronto tra i partiti ed i movimenti indipendentisti, nazionalisti ed autonomisti sardi. Il Seminario che si terrà nella Sala Consiliare della Provincia di Oristano,  VENERDI' 14 luglio alle 17,00, si concluderà con una fiaccolata dalla Provincia sino a Piazza Eleonora, dove sarà depositata una corona dedicata 
ai "Patrioti di Sardegna". Ci scusiamo dell'errore sul manifesto relativo all'errato giovedì.
Stiamo provvedendo

Cordialmente

Fortza Paris

Segretario della Sezione PSd'Az
Antoni Simon Mossa di Oristano

Vincenzo Carlo Monaco


link a su manifestu 



SIMON MOSSA VISTO DA VICINO
Gianpiero Marras - alfa editrice marzo 2003

Introduzione di Giovanni Lilliu

" Con l'inibire lingua e cultura locali sin dall'infanzia si farebbe perdere ai sardi la fiducia in sé stessi, lo spirito di iniziativa, il legame  "tribale" che ne costituiva la forza in quella società del tempo antico. Un genocidio: il sardo un morto che cammina, un individuo senza anima, un robot  manovrato dal Padrone d'Oltremare di turno. Ammoniva Simon Mossa: " è necessario battersi perché la nuova cultura possa  essere data al popolo Sardo, senza distruggere quella arcaica che ha in sé i germi di una evoluzione rapida nel mondo moderno. "

Virtù naturali di poliglotta di Simon Mossa: Parlava e scriveva correttamente nove lingue ufficiali (italiano, portoghese spagnolo,  francese, inglese, tedesco, russo, greco moderno e arabo) e sette lingue minoritarie (berbero, galiziano, catalano, basco, bretone, occitano, gallese  e scozzese). 

Conosceva e parlava quasi tutte le varianti del sardo.

Incontra: in Spagna,Leader dei partiti e Movimenti clandestini in Catalogna, Paesi Baschi e Galizia.
In Francia, Sindacati etnici europei e movimenti Occitani, Bretoni, Alsaziani.
In Belgio , rappresentanti del movimento Fiammingo
In Gran Bretagna, politici Gallesi e Scozzesi.
In Olanda, rappresentanti del movimento nazionale Frisone

Promosse la FEDERAZIONE DELLE NAZIONI INGLOBATE NEGLI STATI EUROPEI

Immagina le Minoranze Etniche come partecipi, di diritto ad una grande Federazione Europea di Stati sovrani assieme alle Comunità Egemoni, le  potenti Nazioni-Stato europee.

La persistenza nel Partito Sardo d'Azione dei due filoni cosiddetti " CONSERVATORI" E "PROGRESSISTI" e della "TERZA VIA" del Socialismo  libertario, si manifesta ancor oggi nella realtà politica sardista.

Se per Simon Mossa nel 1945 il giudizio sul partito era severo perché " ridotto ad un "guscio" vuoto di contenuti e di idee, senza una precisa  strategia politica, né, tanto meno, una bandiera da agitare, né un obiettivo da raggiungere. Bisognava, pertanto, ripartire dall'input ideologico e  volontaristico dei "Grandi della prima ora", introducendo altri valori e forme di azione, necessari per il rinnovamento: contatti, legami, progetti e  lotte con i popoli europei e di altri mondi oppressi per il riscatto dal colonialismo, anche da quello italiano.

Attivare la coscienza del Popolo Sardo a sentirsi parte dinamica di una "Nazione a sé stante" per divenire nel tempo una Nazione Indipendente.

Quel tempo è trascorso e l'Indipendenza è matura ed a portata di volontà. E' giunta la fase della evoluzione indipendentista, della parallela  evoluzione federalista europea, premessa del federalismo mondiale.

E' l'ora della completa presa di coscienza del Popolo Sardo e della assunzione delle responsabilità della classe dirigente nazionale della  Sardegna per uno Stato Indipendente e Federalista. 


ANTONIO SIMON MOSSA
DALL'UTOPIA AL PROGETTO
A cura di Federico Francioni e Giampiero Marras

L'UTOPIA
L'indipendentismo di Simon Mossa Giugno 1967 "noi riteniamo che l'indipendenza della Comunità Sarda. sia indispensabile  per la riforma radicale della struttura sociale e la possibilità di una reale crescita economica del Popolo Sardo".
Ottenere l'indipendenza significa acquisire i poteri dello Stato, L'indipendenza significherebbe per i sardi.. disporre nell'avvenire del  popolo sardo. ed essere collettivamente padroni del loro destino in un mondo di liberi e di uguali, sottraendosi definitivamente alla tutela di una  potenza coloniale. Come farebbe la Sardegna a vivere da sola? A questa obiezioni si risponde: forse che oggi la Sardegna non vive da sola?
Un fatto è certo: noi stiamo vivendo con le nostre risorse e con quelle degli emigrati sardi. Giugno 1969
"Noi possiamo risorgere soltanto se alla nostra cultura, alle nostre caratteristiche etniche, alla nostra posizione geografica, alla nostra  tradizione e - soprattutto - alla nostra ansia di rinnovamento e di redenzione sociale si lascia lo spazio necessario.
Noi vogliamo conquistare l'indipendenza per integrarci, non per separarci, nel mondo moderno.

IL PROGETTO
Giuseppe Usai - 

L'attualità del pensiero di Antonio Simon Mossa nelle nuove prospettive "In Antonio Simon Mossa esisteva la precisa e forte consapevolezza del fatto  che la Comunità etnica sarda avrebbe dovuto far parte dell'integrazione europea e, più esattamente, dell'Europa delle Etnie.
..Da quando egli maturò i suoi convincimenti politici, economici e sociali la condizione della Sardegna è cambiata decisamente, come dimostrano in  modo inequivocabile le statistiche e si può ragionevolmente supporre che il miglioramento intervenuto non sarebbe stato sottovalutato da Antonio Simon  Mossa.
..Egli non mostra mai di essere orientato unicamente ad una visione esclusiva e interiore della realtà sarda, anzi rifiuta esplicitamente tali  misure e dimostra con continuità e sistematicità che i destini della questione sarda attengono al modo di essere della Sardegna in Europa e nel  mondo intero.
..Sul piano del metodo e dell'efficacia della proposta politica è innegabile che Egli antepone all'azione politica, culturale, economica e di  altro genere, l'esigenza di un progetto, cioè di un'ipotesi di azione formalizzata e, quindi, di una strategia che orientasse e desse senso  all'azione politica ed economica.
..Egli afferma con chiarezza e decisione che solo i portatori degli interessi sardi possono essere fautori degli stessi. Più esattamente, Egli  richiama ripetutamente l'attenzione sull'opportunità che il popolo sardo sia coeso in modo da poter far fronte unitariamente alle avversità che gli  avvenimenti internazionali, come quelli interni, non possono che determinare.
... In questo periodo in cui i processi storici ci propongono i rischi e le opportunità dell'internazionalizzazione dell'economia, della scienza e della  tecnica, della globalizzazione, dell'intenso sviluppo tecnologico e scientifico e delle gravi emergenze mondiali (emergenza demografica,  emergenze ambientali, emergenze belliche, ripugnanti squilibri socio-economici, genocidi e violenze di ogni genere) il richiamo  all'esigenza di un comune impegno di popolo per partecipare agli avvenimenti senza essere travolti, è un grande valore che sarebbe colpevole tenere  inascoltato.




 

 
 
 

 

 
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