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26/07/2004 Minoranze di terre lontane e questioni di casa nostra

I sardi : una minoranza “loro malgrado”

de Simona Corongiu

Molto spesso quando si parla di tutela delle minoranze linguistiche si pensa a terre lontane, nelle quali a causa di un regime dittatoriale un gruppo minoritario non può manifestarvi né pubblicamente ne privatamente . A chi non è capitato di ricevere una mail,anche solo informativa, con la quale si intendeva sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di costrizione a volte fisico a volte morale nella quale era quella data minoranza ? Posto che ciascuna minoranza, sia essa nazionale, linguistica, religiosa, necessita di essere tutelata, non capisco perché altrettanto interesse non susciti tra molti sardi , il problema della tutela della “loro minoranza linguistica” , come se, non solo esistessero minoranze di serie A e serie B , ma i sardi fossero una minoranza po forza ( by force ) e loro non fossero consapevoli di appartenervi . La questione non è di poco conto. Infatti l’elemento della volontarietà e consapevolezza dell’appartenere a un qualcosa di diverso da quello nel quale si identifica il gruppo maggioritario, è fondamentale per la buona riuscita di ogni politica di tutela e di salvaguardia delle lingue di minoranze . La realtà è che la lingua sarda , debolmente protetta per lungo tempo e superficialmente ricondotta nei termini più riduttivi del dialetto, rischia di essere ricondotta nell’alveo del fenomeno folkloristico , senza che alla stessa si accompagni un efficace campagna di sensibilizzazione circa il suo utilizzo nei diversi settori della vita pubblica . Infatti , nonostante molti non lo sappiano , e stiano ancora a disquisire sulla differenza tra lingua e dialetto, è stata promulgata dallo Stato Italiano nel lontano 1999 ( Legge 482 ) una normativa di tutela delle minoranze linguistiche storiche presenti su tutto il territorio nazionale, tra le quali è stato espressamente ricompresso il sardo. Niente di meglio poteva accadere: ci hanno detto siete una minoranza linguistiche , ciò che parlate è una lingua, ora arrangiatevi. Oltretutto questa normativa si inserisce in un quadro europea ed internazionale nel quale i diritti delle minoranze linguistiche emergono in un ottica avanzata che guarda positivamente alla loro avanzata come elemento dinamico ed utile per lo sviluppo complessivo della società . E noi cosa facciamo, parliamo genericamente d’identità, di cultura, artigianato e tappetti di sardegna, come se fosse possibile trasmettere un patrimonio culturale senza la sua lingua . Ciò che si auspica è un intervento proficuo della nuova Assessora regionale alla cultura perché si attivi per adeguare la normativa nazionale di tutela delle minoranze linguistiche alla realtà sarda, che non può essere minimamente equiparata a quella nella quale operano le popolazione germaniche dei Cimbri e Mocheni. Infatti sarebbe necessario allargare i confini dell’area da proteggere ben oltre i confini della ristretta provincia, dalla quale viene l’impulso a rendere operativa la disciplina speciale, fino ad avvicinarsi alla frontiera regionale. 

A segus