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10/08/2005 Sèberos de sa Retza - www.godotnews.it

Chie discriminat su sardu in Roma e in Casteddu?

de Ares Lussu


ROMA SCAMUFFA COLUMBU,
ALTRO CHE COMPLOTTO ANTISARDO!


Non si era ancora spenta l'eco delle parole di Giulio Angioni (che opportunamente sull'Unione Sarda di lunedì scorso, parlando delle statue di Monti Prama, metteva in guardia dal ritorno 'dell'eterna teoria del complotto antisardo'), che è scoppiato il caso Columbu. Il progetto del regista di realizzare una trasposizione filmica in lingua sarda dei Vangeli è stato bocciato dalla Commissione per la Cinematografia, con una motivazione che a noi suona cristallina. Eccola: 'Pur interessante, l’idea ispiratrice non appare sostenuta da dialoghi adeguati e coinvolgenti poiché l’uso del dialetto sardo appare piuttosto pretestuoso e non motivato da altra ragione che non quella di realizzare un prodotto dal sapore etnografico'. Capito? Basta leggere togliendosi le fette di prosciutto (sardo) dagli occhi. Per i Commissari Columbu ha pensato che bastasse portare "una cosa in sardo" per ottenere i soldi dello Stato (italiano). 'Uso pretestuoso del dialetto sardo': così c'è scritto. Altro che complotto: 'uso pre-te-stuo-so'.
Certo, può darsi che i commissari si sbaglino. Ma chi parla di 'sentenza ideologica' dimostra di vivere su un altro pianeta, dove c'è qualcuno che teme più di qualunque altra cosa l'uso del sardo. Ebbene, quel pianeta non esiste.
Peraltro, lo stesso uso pretestuoso del sardo che a Roma paventano è ben noto a tanti (artisti e politici) che in questi anni con la loro malafede si sono arricchiti (non solo spiritualmente), contribuendo alla distruzione di quel poco che resta dell'identità sarda. Chi ora difende Columbu in realtà pensa di tirare un rigore a porta vuota, perché il complotto antisardo va sempre di moda e soprattutto perché si protesta contro Roma (entità astratta per eccellenza). Ma se la metà dei politici di centrosinistra che oggi, da farisei della lesa sardità, si stracciano le vesti per protestare contro 'un'inaccettabile scelta di politica culturale' avessero manifestato il loro dissenso ai tagli alla cultura operati dalla Giunta Soru, la Pilia sarebbe stata già mandata a casa da un pezzo e nessuno si sarebbe sognato di toccare una lira dei finanziamenti per la musica, il teatro e la danza. Ma è meglio abbaiare alla luna che fare politica seriamente. Anche perché, nel primo caso, si finisce molto più facilmente sui giornali.

A segus